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Coltiviamo con (dis)abilità

Parlare di disabilità è difficile, soprattutto senza scadere nel retorico, eppure il problema esiste, e i dibattiti si sprecano.

Ben diversa invece è la situazione se ci si sposta sul pratico, dove anche grandi aziende che avrebbero l'obbligo di assunzione preferiscono pagare le relative multe che non dare una possibilità a chi, forse, la meriterebbe.

Questo tipo di problematiche sono sempre state a cuore alla nostra azienda, un po' per questioni di sensibilità, un po' per positive esperienze passate di progetti non coordinati, in collaborazione con il CISS e associazioni locali.

Ecco che, quando siamo venuti a conoscenza del progetto di agricoltura sociale della coldiretti di Torino, ci siamo subito avvicinati.

Cosa si intende per agricoltura sociale?

eccovi la definizione "ufficiale":

Le pratiche di agricoltura sociale riguardano iniziative volte a promuovere azioni co-terapeutiche, di inclusione sociale e lavorativa, di educazione e formazione per soggetti a più bassa contrattualità ma anche interventi volti a rafforzare la rete dei servizi nelle aree rurali e in quelle peri-urbane (Di Iacovo, 2008), attraverso una stretta collaborazione tra azienda agricole e altri attori del territorio (enti pubblici, consorzi socio assistenziali, terzo settore, associazionismo etc.)

In pratica ci siamo offerti, come azienda, di dare un'opportunità a due ragazzi disabili di affrontare un tirocinio formativo (ovviamente retribuito), affiancandoli nell’acquisizione di competenze tecnico/professionali e relazionali utili ad un futuro inserimento lavorativo.

Il progetto è stato finanziato dal Fondo Regionale Disabili e ha visto la partecipazione di Coldiretti Torino, UeCoop e Cooperativa Sociale Nemo, e il Centro per l’Impiego Chivasso.

Inzitiva lodevole direte (probabilmente) voi, ma non vogliamo raccontarvela per "bullarci" o prendere meriti che non abbiamo, quanto piuttosto per farvi partecipi di come il mondo dell'agricoltura passi anche attraverso queste iniziative e che quando si parla di agricoltura del territorio e dell'importanza delle aziende "di casa" non significa solo presidio del territorio, biodiversità, qualità dei prodotti e sicurezza alimentare, ma anche supporto alle iniziative sociali, senza le quali, se già non stiamo bene, staremmo ancora peggio.

Per chi volesse approfondire il tema dell'agricoltura sociale esiste il "Forum Nazionale Agricoltura Sociale dove troverete notizie riguardo carta dei principi e normative legislative di riferimento

Avrei voluto scrivere qualcosa anche sull'esperienza in se, ma si tratta di emozioni e per quelle ci vogliono scrittori più che vivaisti.

Scherzi a parte sono stati mesi costruttivi e pieni di reciproche soddisfazioni che a fronte di sacrifici e sforzi da entrambe le parti hanno comunque dato dei risultati per certi versi inattesi.

Un grazie da parte nostra va alla Coldiretti di Torino, Carlo Ribotto, Giacomo e Bruno.