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Vivai Selezionati di Rose Piemontesi

 

 

 

 

Piante Classiche e Particolari

C'è un piacere nei boschi senza sentieri, / c'è un'estasi sulla spiaggia desolata, / c'è vita, laddove nessuno s'intromette, / accanto al mare profondo, e alla musica del suo sciabordare:/ non è ch'io ami di meno l'uomo, ma la Natura di più.

George Gordon Byron, Il pellegrinaggio del giovane Aroldo, 1812/18

Alluvione 1994 - 20 anni dopo

Oggi, 4 novembre, cade una ricorrenza piuttosto triste: l'alluvione che, in quella notte del 1994 colpì il Piemonte e alcune sue città in modo particolare.

Crescentino fu una di queste e la zona più a ridosso del fiume in particolare, com'è ovvio.

E' una storia tragica questa, che ha visto anche la perdita delle due giovani sorelle Ierinò, Maria Teresa e Loredana i loro nomi, 21 e 15 rispettivamente le loro età.

Due giovani vite stroncate a poche centinaia di metri dal nostro vivaio, anch'esso coinvolto da quell'ondata di piena.

Di fronte ad un dolore di tale portata è quasi fuori luogo parlare di danni materiali, certo è che da quel 4 novembre 1994 l'Italia sembra piombata in una continua emergenza idrogeologica, come se la natura, tutta d'un tratto si fosse ribellata e avesse cominciato a dare sfogo alle proprie recriminazioni circa l'operato dell'uomo.

Le foto del nostro archivio mostrano la situazione tre giorni dopo l'evento, quando, dopo la constatazione dell'accaduto, ci si lasciava cullare dallo sconforto di fronte alla consapevolezza che le forze necessario al ripristino sarebbero state troppo grandi per le nostre forze.

La fama dei piemontesi però è nota: il sangue di "bogia nen" scorre nelle nostre vene e se per caso qualcuno collegasse questo detto alla scarsa propensione agli spostamenti, gli consiglio di leggere qui.

Eccoci quindi all'opera con carriola e pala per cominciare a pulire, là dove si poteva entrare.

Vi confesso che mi sentivo come immagino si fosse sentito Sant'Agostino, alla vista del piccolo intento a svuotare il mare con una conchiglia, ma per fortuna non solo il Vescovo vide il suo angelo, ma anche noi.

Dopo qualche ora di lavoro, infatti mi trovai di fronte un ragazzo, chiedendomi e chiedendogli cosa potesse volere. Mi rispose: "dare una mano".

Nel giro di qualche ora tanti come lui si unirono al lavoro e nel giro di un mese ci permisero di rimetterci in piedi, tanto che l'azienda ritornò operativa, seppur in parte, già per Natale.

Più di 200 persone quotidianamente ci regalarono il loro tempo e la loro fatica per permetterci di ripartire, persone vicine e lontane che in cambio non hanno ricevuto altro che la nostra gratitudine.

Fare nomi è azzardato:potrei dimenticare qualcuno, ma è un rischio che mi sento di accettare, come non ringraziare:

  • tutta la Croce Rossa di Crescentino che ha messo a disposizione qualsiasi cosa, derrate comprese,

  • il ristorante Villa Rosa dei fratelli Trinchero che le cucinava per gli oltre 200 volontari intenti a spalare dal mattino alla sera,

  • le amministrazioni comunali di Crescentino e Verrua Savoia,

  • l'ispettorato Agrario di Vercelli,

  • i miei coscritti classe 1975,

  • i nostri clienti, la Coldiretti,

  • i Carabinieri

  • i Vigili del fuoco,

  • le scuole provenienti da tutta Italia che con i loro professori hanno sistemato problematiche di loro competenza, in particolare l'istituto tecnico indistriale di Biella e l'IPSA di Feltre,

  • i nostri dipendenti,

  • i nostri concittadini,

  • gli amici,

  • le famiglie Bassano e Loriotti che ci hanno ospitato

  • le maestre della scuola elementare,

  • i tanti mister X, cioè tutti coloro che nel silenzio hanno prestato aiuto e se ne sono andati silenziosi come sono arrivati, che non ho mai incrociato e cui non abbiamo stretto la mano,tutti in ordine assolutamente casuale.

Ricordo anche situazioni spiacevoli di burocrati arroccati tra le loro mura intenti a cavillare e decretare senza aver messo il becco fuori dalla finestra, ma in mezzo a tanta bellezza perchè parlarne, in fondo di loro non rimane nulla e questo è forse i peggor castigo.

Ancora un grazie a tutti con la speranza che prima o poi, qualche illuminato decida di prendere sul serio la cura dei nostri fiumi.

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