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Vivai Selezionati di Rose Piemontesi

 

 

 

 

Piante Classiche e Particolari

C'è un piacere nei boschi senza sentieri, / c'è un'estasi sulla spiaggia desolata, / c'è vita, laddove nessuno s'intromette, / accanto al mare profondo, e alla musica del suo sciabordare:/ non è ch'io ami di meno l'uomo, ma la Natura di più.

George Gordon Byron, Il pellegrinaggio del giovane Aroldo, 1812/18

#sottobosco: uva bizzarria e biodiversità

Come spesso accade, le cose avvengono (anche) per caso. Non è inusuale che dei nostri clienti ci chiedano di riprodurre vecchie varietà presenti nei loro giardini, siano esse rose, piante da frutta o altro.

Non tutte le piante infatti hanno la fortuna di divenire secolari, ma questo è un altro discorso.

Fatto sta che questa sensibilità ci permette di elevare una delle mission cui i vivaisti dovrebbero essere preposti: il mantenimento della biodiversità.

Questo infatti è il principale motivo che, dopo una attenta valutazione, ci fa dire di sì ad un lavoro che, normalmente, è impegnativo e poco remunerativo.

Realizzare infatti piccole lavorazioni su un numero minimo di piante, magari avendo a disposizione del materiale di partenza in stato non ottimale quando non precario, comporta qualche sacrificio per cui il tutto diventa una scelta di filosofia aziendale.

L'idea infatti di poter contribuire a dare nuova vita e futuro a varietà che diversamente andrebbero perse lo troviamo affascinante e coerente con il modo di intendere il nostro lavoro.

Un altro aspetto curioso è che spesso il cliente ha perso memoria dell'origne della pianta che vuole riprodurre: c'è un legame affettivo, un ricordo, ma nulla più: niente nome, niente origile, nulla.

Poi c'è la molla della curiosità, di quando, a lavoro ultimato, si cerca di classificare o identificare di cosa si tratti ed ecco che a volte esce qualche sorpresa.

Così è stato per l'uva bizzarria, un pezzo di storia che si perde nei secoli, classificata addirittura sulla Pomona Italiana, di Giorgio Gallesio, la prima più importante opera iconografica della pomologia italiana realizzata dal 1817 al 1839.

Qui l'autore cataloga questa strana varietà che ha la prerogativa di essere "Nello stato normale ogni vitigno produce un’uva di un colore proprio, ristretto fra il bianco e il nero, il verde e il rosso, e nelle loro gradazioni, ma che si conserva costante non solo in tutti i grappoli e in tutti gli acini di ogni raccolto, ma in tutti quelli che si succedono nel corso della vita della pianta."

Davvero una chicca di cui avevamo solo sentito parlare e mai vista e che ora, grazie ad un cliente appassionato abbiamo potuto riprodurre e rendere disponibile a tutti.

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